BIOLOGIA DEL CAPELLO · DHT & ESTRONE

La causa più comune della calvizie maschile è il DHT

Il DHT (diidrotestosterone) è un metabolita prodotto naturalmente dal corpo. Non è “cattivo” di per sé: serve anche a far cadere il capello vecchio. Il problema nasce quando il follicolo è troppo suscettibile o quando il DHT è presente in quantità eccessiva: in quel caso accelera la miniaturizzazione e può spegnere il ciclo di crescita.

Il ciclo del capello: 3 fasi che si ripetono sempre

Ogni follicolo attraversa tre fasi: crescita, transizione e riposo. È un processo normale: i capelli crescono, poi cadono perché sono “vecchi” e vengono sostituiti da nuovi capelli.

1

Anagen

Fase di crescita attiva: il capello si sviluppa e aumenta la densità visibile.

2

Catagen

Fase di transizione: il follicolo rallenta e si prepara al ricambio.

3

Telogen

Fase di riposo e caduta: il capello vecchio lascia spazio a quello nuovo.

Queste fasi sono regolate anche da segnali prodotti nel follicolo: ESTRONE (supporta la crescita) e DHT (favorisce il ricambio del capello vecchio). In condizioni normali, è equilibrio.

Quando il DHT diventa un problema

La caduta dei capelli è un processo lento e progressivo. Il DHT si lega ai recettori androgeni di alcuni follicoli geneticamente predisposti (soprattutto in aree come attaccatura e vertex) e ne altera gradualmente la funzione.

Il risultato è la miniaturizzazione: il follicolo continua a produrre capelli, ma ogni ciclo li genera più sottili, più corti e meno pigmentati. È per questo che molte persone dicono “ne perdo meno, ma ne ho sempre meno”: non sempre vedi ciocche che cadono, ma vedi densità che cala e “vuoti” che aumentano.

Nel tempo, il ciclo del capello si modifica:

  • la fase anagen (crescita) tende ad accorciarsi,
  • i capelli restano meno tempo “forti”,
  • aumenta la quota di capelli in fase di riposo,
  • e il follicolo lavora “al minimo”, producendo capelli sempre più deboli.

All’inizio i follicoli sono spesso ancora attivi, ma stanno lavorando male: i capelli “ci sono”, solo che diventano così fini da risultare quasi invisibili.

Non perdere tempo

Se il bulbo si atrofizza completamente, potrebbe non essere più recuperabile. Agire il prima possibile fa la differenza.

“Chi ha scoperto la causa?”

Il ruolo del DHT nell’alopecia androgenetica è noto in ambito medico da anni: non è una teoria commerciale. La vera domanda è: se la causa è nota, perché esistono ancora prodotti che non incidono sul meccanismo? Spesso perché manca informazione, e molti vendono “soluzioni” che non affrontano il problema.

Cosa funziona davvero: cosa dice la pratica clinica

Oggi, in medicina, i riferimenti più noti sono tre: una via che agisce sul DHT, una che prolunga la fase di crescita e una che redistribuisce i follicoli. Ma tutte possono avere limiti o effetti indesiderati.

Opzione 1

Finasteride

Agisce sul DHT. È conosciuta per l’efficacia, ma il punto critico per molte persone sono possibili effetti collaterali come la disfunzione erettile e depressione.

Opzione 2

Minoxidil

Agisce dall’esterno prolungando la fase anagen. Anche qui possono esserci limiti e possibili effetti collaterali in alcune persone come mal di testa e vertigini.

Opzione 3

Trapianto di capelli

Procedura che redistribuisce i follicoli da un’area donatrice a quella diradata. Ma non risolve la causa, quindi continurai comunque a perdere capelli. Le stesse cliniche post trapianto consigliano i farmaci citati in precedenza per non perdere i capelli.

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Perché non si deve smettere (ma passare al mantenimento)

Nell’alopecia androgenetica il DHT continua a essere prodotto: la causa non “sparisce” e non può farlo. Per questo, dopo aver raggiuto il risultato, l’obiettivo non è interrompere ma mantenere i risultati nel tempo.

Se smetti del tutto

Cosa succede spesso

  • il follicolo torna gradualmente a miniaturizzarsi,
  • la fase di crescita può ridursi nel tempo,
  • densità e spessore possono calare progressivamente.

Da ricordare

Non è “dipendenza”: è gestione di una causa che continua.

Mantenimento

Riduci la frequenza

La strategia corretta è applicare meno volte a settimana per mantenere i risultati. In pratica: dopo la fase di recupero delle zone diradate, si scende di frequenza e si resta costanti per mantenere i risultati.

  • Fase intensiva: protocollo completo.
  • Mantenimento: meno applicazioni, ma continuità.

Questo principio vale per tutti i trattamenti, non solo per il nostro: il DHT non si elimina dal corpo, si controlla nel tempo.

Uomo vs Donna: perché il problema non è identico

Molte spiegazioni sull’alopecia androgenetica si basano soprattutto su studi maschili. Nelle donne, però, la dinamica più comune è diversa e spesso non è guidata dal DHT nello stesso modo.

Uomini

Pattern tipico frontale / vertex

  • Recettori androgeni più concentrati in fronte e corona.
  • Progressione spesso “a pattern” (stile Norwood).
  • Miniaturizzazione marcata con riduzione della profondità del follicolo nel tempo.
Donne

Diradamento diffuso & assottigliamento

  • Può coinvolgere anche aree non tipicamente “androgeno-sensibili”.
  • All’inizio i capelli spesso restano lunghi ma diventano più sottili (meno spessore).
  • Raramente calvizie completa: più spesso ipotrichia (assottigliamento + diradamento).
  • Gli anti-DHT possono risultare poco efficaci o con beneficio minimo in molte donne.

In molte donne, il tema più comune non è l’eccesso di DHT, ma una ridotta attività dell’ESTRONE a livello follicolare: meno supporto alla nascita di un nuovo anagen “forte”.

È un fenomeno molto diffuso (spesso sottovalutato) e molte persone provano a “coprirlo” con vitamine generiche: utili per la salute generale, ma non sempre collegate al meccanismo principale. Per questo abbiamo creato un protocollo mirato anche per l’ipotrichia da estrone carenziale.